sabato 25 settembre 2010

Come riconoscere uno scientista?

Massimo Mazzucco a Canale 5

L'altro giorno ho letto un articolo di Massimo Mazzucco. Nel finale, Mazzucco illustra un metodo per riconoscere uno scientista. Ecco quale dovrebbe essere il dialogo che una persona (P) dovrebbe fare per poter riconoscere uno scientista (S):
P: «C'è una persona che riesce a guarire gli altri con le sole mani».
S: «Non ci credo: va contro tutta la letteratura medica».
P: «La scienza ha dimostrato che lui, quella persona in particolare, non sa curare gli altri?».
Secondo Mazzucco, a questo punto, se la risposta è "sì", allora sono stati svolti degli studi, se la risposta è "no", allora ci ritroviamo di fronte allo scientismo.
Il che, però, è sbagliato. Vi faccio un esempio:
P: «Il mio asino vola».
S: «Non ci credo: gli asini non possono volare, vista la loro anatomia».
P: «La scienza ha dimostrato che il mio asino non sa volare? Hanno svolto delle indagini sul mio asino?».
S: «No...».
Eppure, a me sembra ingiusto accusare di scientismo lo scienziato: anche io sarei rimasto scettico di fronte a tale affermazione. Le teorie anti-scientifiche sono e possono essere tante.
Ma cos'è lo scientismo? Come lo si riconosce?
Secondo Wikipedia, lo scientismo è una concezione secondo cui la conoscenza scientifica può espandersi in tutti i campi, compresa la religione, l'etica e la politica.
Guardiamo un attimo la dialettica trascendentale di Immanuel Kant, in cui mostra la fallacia logica di chi, studiando ed analizzando la scienza, cerca di trarre conclusioni universali:
-L'anima non può essere studiata dalla psicologia: l'anima è un'entità incorruttibile, immortale e puramente metafisica, mentre l'io penso, oggetto di studio della psicologia, come la coscienza (oggi studiata dalla neuroscienza), sono entità che si allontanano dalle definizioni di anima, per cui l'anima non è oggetto di studio.
-Il senso del mondo non può essere studiato dalla cosmologia. Quest'ultima non potrà mai, effettivamente, essere completa, poiché si basa solo sui fenomeni osservabili (ed effettivamente la materia studiabile è solo il 5% dell'universo). Senza contare che il metodo popperiano si basa sulla falsificabilità: anche per questo è impossibile formulare una "teoria del tutto" (e quelle teorie del tutto di cui si sente parlare sono solo "boutade", poiché solo questo universo è osservabile, noi non possiamo osservare un multiverso o un megaverso, ad esempio). Non essendo essa perfetta, non avrebbe senso nemmeno trarre conclusioni filosofiche da essa.
-Dio è l'oggetto di studio della teologia. Giungere ad una prova razionale o scientifica della Sua esistenza/non esistenza è impossibile, poiché Esso verrebbe ricondotto ad un fenomeno intellegibile. Nel momento in cui Dio viene definito, allora diventa razionale e intellegibile e quindi limitato e soggetto a critiche razionali e scientifiche e anche a successive revisioni di definizione. Dio può essere qualsiasi cosa, può essere Creatore, può essere Ordine universale senza essere per forza Causa prima. Dio (compreso il Dio cristiano, ovvero un Dio che porrà fine alle ingiustizie nel "regno delle anime") non è intellegibile. Non è comprensibile. Non ha quindi senso porsi domande come:
«Se Dio esiste, perché avrebbe dovuto creare i buchi neri?».
La fede, per Kant, più inattaccabile è la fede che si mette al riparo da qualsiasi tentativo razionale di screditarla. Tentare quindi di screditare una vera fede con basi scientifiche (come l'evoluzione) o filosofiche, è quindi commettere una fallacia logica, poiché la fede solida resiste a tutte le prove razionali della sua infondatezza.
Kant spiega perfettamente, quindi, che la scienza, come la conoscenza o la ragione, non possono essere considerate un criterio valido per analizzare certe questioni.
Secondo quest'ottica, uno scientista è quindi:
-Colui che, sulla base di pure conoscenze psicologiche o neuroscientifiche, fornisce concetti  di "anima"
-Colui che, sulla base di pure conoscenze cosmologiche, parla di senso del mondo
-Colui che, su basi puramente logiche, razionali o scientifiche, pretende di conoscere Dio, di scoprire la sua esistenza o sulla sua non-esistenza.
Lo scientismo è solo questo? Solo chi crede di trarre conclusioni su Dio, sul senso del mondo e sull'anima da basi scientifiche? Ovviamente no. Lo scientismo è allargabile a molto di più.
Lo scientista, ad esempio, non può trarre conclusioni morali dalla scienza. Se così fosse, allora sbucherebbero come niente dei pazzi che riterranno inferiori le persone con una genetica più incompleta, meno normale o meno sana. E gente di questo tipo esiste lo stesso...
Ma lo scientista, a mio modo di vedere, non è solo chi "invade" il campo altrui riducendo fattori non empirici a fattori empirici. È anche chi si chiude in se stesso, chi non è aperto al confronto altre correnti di pensiero diverse dalla sua (correnti di pensiero scientifiche, ovviamente), chi crede di avere la verità in tasca, che le suo convinzioni scientifiche siano inconfutabili, quando proprio Popper spiega benissimo che ciò che è scientifico deve essere falsificabile.

FONTI:
-Mazzucco: "Come riconoscere lo scientismo" - Luogo comune
-Scientismo - Wikipedia
-Dialettica trascendentale - Wikipedia
-Karl Popper - Wikipedia